Aiuto le meduse!

Mini Guida sulle meduse

Le meduse chiamate anche cnidari sono invertebrati marini con il corpo gelatinoso e trasparente diffusi in tutto il mondo, nonostante la maggior parte risulta essere innocua, alcune specie possono causare reazioni locali e talvolta reazioni sistemiche. Sui tentacoli delle meduse si trovano dei piccoli organi chiamati nematocisti i quali contengono un filamento che inietta sostanze tossiche e urticanti al contatto con un corpo estraneo .Le nematocisti vengono scaricate sulla pelle in una frazione di secondo ed è uno degli eventi meccanici più rapidi che avviene in natura.

La medusa appartiene al Phylum degli cnidari come i polipi, tale phylum è composto da circa 10.000 specie, di cui 100 sono note per essere pericolose per l'uomo.

Le meduse hanno un corpo a forma di campana di diverse dimensioni, con un numero variabile di tentacoli, a seconda della specie. I tentacoli arrivano da pochi millimetri fino a 40 m di lunghezza con un colore che varia da trasparente a biancastro, giallastro, viola o bluastro.

Si è stimato che ogni anno ci sono all’incirca 150 milioni di punture di medusa pertanto, oltre ad essere un problema di salute pubblica, le meduse costituiscono anche una minaccia per il turismo e per i bagnanti.

Esistono infatti meduse urticanti e meduse non urticanti.

Le meduse urticanti identificate nei nostri mari sono:

  • Pelagia noctiluca: è una medusa luminosa che se mossa emette dei flash di luce verdastro, può arrivare fino a 10 cm di diametro ed è di colorazione rosa-violacea con numerose macchie brune.

  • Chrysaora hysoscella è una medusa bruna che può raggiungere sino i 30 cm di diametro.

  • Physalia physalis è una colonia di idrozoi a forma di sacca galleggiante con riflessi blu-violetto, i tentacoli sono lunghi e sottili di colore blu.

  • Charibdea marsupialis è una medusa cubica che raggiunge i 6 cm di larghezza.

ll contatto della pelle con le nematocisti della medusa assomiglia a una “puntura di insetto”, ma in realtà la medusa non punge e non morde, ma in risposta ad un potenziale pericolo i suoi tentacoli emettono una sostanza urticante per la pelle.

Queste sostanze urticanti causano infiammazione e irritazione dei nervi producendo di conseguenza: dolore, gonfiore e prurito e in punture più gravi anche necrosi cutanea. Le nematocisti possono anche causare potenziali sintomi sistemici nel momento in cui le tossine entrano nella circolazione sanguigna tra cui problemi a livello gastrointestinale, cardiaco, muscolare, neurologico e allergico.

Cosa fare?

Se si entra in contatto con una medusa bisogna pensare a ridurre il dolore eliminando le nematocisti rimaste sulla pelle.

Come?

  • Uscire dall’acqua cercando di mantenere la calma in questo modo si evita l’ulteriore circolazione del veleno;

  • eliminare le eventuali parti della medusa attaccate con una tessera di plastica rigida facendo attenzione a non toccare la parte con le mani;

  • raschiare la cute;

  • risciacquare con acqua di mare (NON utilizzate acqua dolce perché se ci sono ancora le nematocisti potrebbero rilasciare altro liquido urticante. Un cambiamento nella concentrazione osmotica può innescare il rilascio di nematocisti intensificando ulteriormente la puntura iniziale.);

  • fare impacchi freddi;

  • utilizzare gel astringenti al cloruro di alluminio per limitare il prurito e la diffusione delle tossine;

  • non esporre la parte al sole e/o utilizzare protezioni solari molto alte;

  • se ci sono complicazioni: difficoltà respiratorie, nausea, vomito, vertigini, confusione, pallore, mal di testa… bisogna chiamare immediatamente il numero unico 112 (numero emergenze 118);

Cosa NON fare?

  • Non grattare con le mani la parte colpita;

  • Non sciacquare con acqua dolce;

  • Non strofinare con sabbia o una pietra calda;

  • Non esporsi al sole (puoi proteggere la zona colpita con una crema ad alta protezione solare 50+).

Non utilizzare:

  • alcool;

  • ammoniaca;

  • urina;

  • aceto (l’utilizzo di aceto è previsto in pronto soccorso e non nelle linee guida italiane, ma bensì australiane per alcune tipologie di medusa: Carybdea marsupialis (Cubozoa) o Chrysaora hysoscella (Scyphozoa) infatti secondo diversi articoli si consiglia di immergere l'area nell'aceto (4% –6% acido acetico) per almeno 30 secondi);

  • succo di limone.

Trattamenti e prodotti consigliati in Italia:

Breve elenco dei prodotti presenti in Italia per le punture di medusa.

  • Gel astringente MOST a base di cloruro di alluminio che blocca la diffusione delle tossine e riduce i sintomi di bruciore e dolore;

  • Mercurocromo Meduse soluzione salina spray: soluzione salina contenente amamelide e arnica ad azione astringente e lenitiva, l’acqua salina aiuta a pulire la pelle da parti di medusa rimaste e diluisce la tossina non ancora penetrata;

  • Respingo meduse emulsione ad effetto filmante ad azione preventiva che protegge dal contatto con le meduse;

  • Alontan protector medusa latte solare a protezione alta 30 e molto alta 50+, emulsione in grado di proteggere, oltre che dai raggi solari, anche da meduse e altri animali urticanti.

  • Le creme antistaminiche o a basso contenuto di cortisone sono poco utili nell'immediato (hanno effetto dopo circa 30 minuti, quando in condizioni normali, i disturbi sono già spariti).

Trattamenti riportati negli articoli menzionati:

  • Analgesici orali (es. paracetamolo) o antinfiammatori non steroidei FANs qualora il dolore dovesse essere forte, ma in tal caso è bene consultare un medico;

  • Anestetico locale a base di lidocaina al 2% per neutralizzare il dolore;

  • Secondo alcune review si consiglia anche l'impasto di bicarbonato di sodio (50% di bicarbonato di sodio e 50% di acqua di mare) per alcuni minuti e risciacquare con acqua di mare, ma non ci sono dati sufficienti che ne comprovino l’efficacia;

  • Immergere l'area interessata in acqua continua a 42–45 ° C ( le tossine sono inattivate dal calore, ma la temperatura necessaria è di oltre 50°C) per 30 minuti o fino alla soppressione del dolore. Tale pratica è soggetta a discussione dagli scienziati.

Cosa fare per prevenire le punture?

In termini di medicina preventiva, subacquei e nuotatori nelle aree a rischio dovrebbero:

  1. indossare dispositivi di protezione individuale (DPI). I DPI, infatti, sono quasi totalmente efficaci contro le punture di meduse C. barnesi e sono regolarmente raccomandati in Australia per tutte le persone (turisti, gente del posto e subacquei ricreativi).

    Esempio:

    Le tute in Lycra® per tutto il corpo sono state utilizzate dai subacquei sin dai primi anni '80 e sembrano essere la scelta migliore per l'abbigliamento protettivo di routine.

  2. Segnaletica adeguata dovrebbe essere posizionata sulle spiagge per informare i turisti del rischio di meduse.

  3. Inibitori topici in grado di prevenire le punture di meduse.

    Esempio:

    Safe Sea®, di Nidaria Technology, Zemah, Jordan Valley, Israele, disponibile in commercio in molti paesi del mondo (disponibile su Amazon) è una crema inibitrice della pelle in grado di fornire sia una protezione solare sia contro le punture di meduse. Questa preparazione è stata recentemente formulata come una crema solare impermeabile contenente ottilmetossicinnamato e ossido di zinco. In tutte le prove effettuate dall’azienda la Safe Sea® non ha eliminato le punture, ma ne ha ridotto significativamente la frequenza e la gravità. Ovvio che sono necessari ulteriori studi per comprendere la sua reale efficacia.

    Stingose ​​(Hamilton Laboratories) che è un prodotto acquoso australiano con solfato di alluminio al 20% come ingrediente principale.