Consigli per scegliere l'aerosol più adatto

La Dottoressa Gaia Gualco e la Dottoressa Alice Loreti ti consigliano quale aerosol scegliere e consigliare in base alle tue esigenze.

Farmacisti e farmaciste a rapporto! Oggi parliamo di un dispositivo che abbiamo sicuramente utilizzato, soprattutti da bambini. E cioè...l'apparecchio per l'aerosol. Vedremo quali tipi sono in commercio, come funzionano e come consigliare l’aerosol più adatto in base alle esigenze dei pazienti.

Partiamo dalle basi: come funziona e a cosa serve un apparecchio per aerosol?

Semplificando al massimo l’apparecchio per aerosol, chiamato anche nebulizzatore, è un dispositivo medico che permette di somministrare farmaci o la semplice acqua fisiologica (soluzione salina allo 0,9%) attraverso l’aerosolterapia.

-Ora momento super quark con “Aria sulla quarta corda” in sottofondo-

Dal punto di vista fisico l'areosol si basa sul teorema di Bernoulli, particolarmente caro nella dinamica dei fluidi, che mette in relazione velocità di scorrimento, pressione e densità del fluido in un tubo con altezze variabili. Il macchinario in azione pompa l'aria attraverso un tubicino collegato all'ampolla contenete il liquido che si trasformati in aerosol, cioè goccioline molto fini. In questo modo il prodotto liquido arriva più facilmente nelle vie respiratorie per essere assorbito e svolgere il suo compito. L'areosolterapia, infatti, è spesso consigliata in caso di patologie respiratorie come ad esempio la sinusite, rinite, tosse, raffreddore ecc..

Perchè ci sono diversi tipi di areosol?

Non esiste un solo meccanismo per la nebulizzazione ed è per questo che ci troviamo davanti diversi dispositivi per areosol:

  • meccanici a pistone;

  • meccanici a membrana;

  • a ultrasuoni;

  • con tecnologia mesh.

Tutti hanno il medesimo scopo, coè di ridurre un liquido in particelle molto fini, ideali per essere assorbite a livello respiratorio.

Ma è importante conoscerne le caratteristiche perchè, ad esempio, un apparecchio che nebulizza particelle di dimensioni grandi sarà indicato per trattare le patologie delle vie respiratorie superiori; mentre un dispositivo che produce particelle più piccole sarà preferito per trattare le patologie delle vie respiratorie inferiori. Ogni tipologia di aerosol ha i suoi pro e contro e li vedremo nei prossimi paragrafi.

Areosol meccanici

Sono i primi ad essere arrivati sul mercato e quindi sono anche i più conosciuti. In questi dispositivi è presente una pompa, o un compressore, che spinge l’aria all’interno dell’ampolla dove si trova il liquido da nebulizzare. Di questo genere esistono compressori a membrana o a pistone che sono adatti a qualsiasi tipologia di farmaco. Nebulizzano le particelle in modo molto fine, ma possono essere rumorosi e lenti. Inoltre sono dispositivi ingombranti e che devono essere collegati ad una presa elettrica.

Più in dettaglio, i compressori a membrana sono economici, old-style dunque rumorosi e lenti. Infatti impiegano 10 minuti per nebulizzare 3 ml di farmaco e possono arrivare ad un livello di rumorosità di 55-60 decibel, pari a quello di una strada trafficata.

I compressori a pistone, invece, hanno motorino che sviluppa una maggiore potenza per cui abitualmente assicurano tempi di nebulizzazione più rapidi. Anche se risultano meno rumorosi rispetto a quelli menzionati prima, non sono totalmente silenziosi.

Areosol a Ultrasuoni

I nebulizzatori ultrasonici o ad ultrasuoni utilizzano la vibrazione ad alta frequenza di un cristallo piezoelettrico per disperdere il liquido in goccioline finissime. Per essere romantici è lo stesso effetto delle onde del mare quando si infrangono sugli scogli.

L’aerosol ad ultrasuoni è molto rapido e silenzioso rispetto all' aerosol meccanico, per questo molto consigliato (e amato) dai genitori con bimbi piccoli. Sono aerosol perfetti quando si ha molto catarro o c'è bisogno di fluidificare, ma risultano più costosi di quelli meccanici. Inoltre, per alcune soluzioni cortisoniche (ad esempio una nota soluzione a base di beclometasone dipropionato) è meglio non uilizzare i dispositivi ad ultrasuoni perchè non micronizzano le sostanze oleose.

Areosol con tecnologia Mesh

I nebulizzatori Mesh sono un recente arrivo in farmacia: sfruttano la vibrazione indotta dall'elettricità su cristallo piezoelettrico, così l’energia generata spinge la soluzione fisiologica e/o i farmaci attraverso una sottile membrana (la Mesh) con microfori, generando l’aerosol. In base al tipo di membrana se passiva o attiva esistono modelli diversi di aerosol. Questi dispositivi uniscono i vantaggi degli aerosol a pistone in termini di efficacia della nebulizzazione, a quelli degli aerosol a ultrasuoni in termini di silenziosità.

Sono apparecchi piccoli, maneggevoli, facilmente trasportabili e silenziosi. Inoltre, si possono alimentare con qualsiasi dispositivo con attacco USB (smartphone, tablet, power bank), quindi meglio non suggerirli a chi non ama la tecnologia.

Nelle confezioni di aerosol ci sono tutti quegli “attrezzi”, ma a cosa servono?

Normalmente si trova una sorta di kit universale che contiene gli strumenti da utilizzare per fare l'areosolterapia e per far funzionare l'apparecchio. Ecco cosa di cosa è dotato il vostro aerosol:

  • mascherina per adulti e bambini;

  • boccaglio;

  • forcella nasale;

  • connettore;

  • ampolla in cui mettere i farmaci;

  • pisper quel piccolo congegno, che puntualmente si perde, da inserire nell’ampolla permettendo l’effettiva nebulizzazione;

  • tubo;

  • filtri.

Per quanto riguarda la dotazione da adoperare per fare la seduta di areosolterapia bisogna ricordare che il boccaglio è più indicato per gli adulti ed ha la funzione di indirizzare l’aerosol verso le basse vie respiratorie. Mentre la forcella nasale si utilizza per far passare le goccioline micronizzate direttamente nel naso, molto utile in caso di sinusite e raffreddore. La mascherina è adatta ai bimbi e converge l'aerosol sia nel naso sia nella bocca. Alcune mascherine sono studiate in modo da poter andare bene ugualmente negli adulti e nei bimbi in base al verso con cui vengono indossate.

“Attrezzi” aggiuntivi da collegare all’aerosol

  • doccia nasale: terminale specifico che si collega all’aerosol con compressore utile per le vie respiratorie superiori. Le particelle generate sono maggiori di 10 micron di diametro e sono adatte alle alte vie respiratorie. Il sistema è molto rapido ed è adatto sin dalla primissima infanzia.

“Attrezzi” per l’aerosol a ultrasuoni

  • sfere portamedicinale: coppette riutilizzabilii in cui versare il farmaco o il dispositivo medico da utilizzare per l’aerosolterapia. La coppetta poi va inserita all’interno del nebulizzatore per la corretta nebulizzazione.

Attenzione gli “attrezzi” utilizati per l’aerosol a ultrasuoni sono diversi da quelli a pistone, dunque se avete bisogno di ricambi fate sempre la foto al vostro apparecchio o portate in farmacia il dispositivo in modo tale da acquistare il kit corretto.

Come si sceglie il miglior apparecchio per aerosol?

Per consigliare il miglior aerosol al proprio paziente bisogna prendere in considerazione alcuni aspetti fondamentali, vale a dire:

  • il tipo di utilizzo che si intende fare, sedentro o fuori casa;

  • le patologie da trattare con l’aerosolterapia;

  • i farmaci che si intendono utilizzare;

  • l’età del paziente;

  • la qualità dell'apparecchio;

  • il prezzo;

  • il numero di anni di garanzia.

Alla fin fine, però, ci sono due aspetti per i quali il paziente si batterà senza esclusione di colpi: la velocità di nebulizzazione (così fa prima) e il minor rumore possibile dell’apparecchio. Normalmente un trattamento aerosol varia da 5-10 minuti, ma sulla scheda tecnica viene indicata la velocità precisa di nebulizzazione e soprattutto la rumorosità in decibel. Queste informazioni sono utili per chiunque, ma soprattutto per rispondere ai clienti un po' “precisini”!

Ma se dovessi fare l'areosol al mio pelosetto?

Ecco, se dovete fare l’aerosol al gatto ad esempio, mettetelo nel trasportino coperto da un telo o un lenzuolo. In caso contrario vi troverete una tigre inferocita che si scaglierà contro l’aerosol pensando che sia un serpente (esempio tratto da una storia vera!).



Articolo scritto a quattro mani, rielaborato e aggiornato dalla Dottoressa Gaia Gualco, farmacista e divulgatrice scientifica, specializzata in Comunicazione Scientifica presso l’Università di Parma.

@gaia.gualco