Il mirtillo, storia e proprietà

MIrtillo, storia e proprietà

Si sa per certo che le popolazioni nordiche si servirono dei frutti del mirtillo per ricavarne delle materie coloranti con cui tingevano di porpora le vesti degli schiavi e che le stesse popolazioni ne fermentavano e distillavano le bacche ricavandone una gradevolissima acquavite. Per il resto la pianta rimase pressoché sconosciuta nella storia della materia medica antica.

In realtà le interessanti proprietà delle foglie e del frutto del mirtillo furono studiate all’inizio del nostro secolo dopo la scoperta dei principi attivi. Sia dai frutti che dalle foglie di mirtillo, oltre a tannini, zuccheri e acidi organici, è stato isolato un glucoside chimicamente identificato come il 3-galattoside della delfinina e definito mirtillina. Esiste una letteratura piuttosto ampia sull’azione ipoglicemizzante delle foglie del mirtillo, però ancora non sono state elaborate delle conclusioni soddisfacenti al punto di poter considerare il mirtillo una droga antidiabetica. Sembra infatti che gli anticianosidi del mirtillo siano dotati di proprietà modificatrici dell’apparato insulare e che siano in grado di manifestare un’azione ipoglicemizzante con il vantaggio di essere attivi per somministrazione orale, di essere innocui e di non determinare, anche a somministrazioni elevate, la sindrome ipoglicemica.

L’unica azione certa per il momento è quella astringente accompagnata da una notevole azione antisettica che si è dimostrata attiva nei confronti degli stafilococchi e dei coli. Non è da escludere però che le foglie di mirtillo possano rappresentare un sussidio nel trattamento di alcune forme diabetiche.

Oltre a ciò bisogna ricordare che studi recenti hanno messo in evidenza una spiccata azione degli antocianosidi del mirtillo sulla rigenerazione della porpora retinica con un marcato miglioramento della curva di adattamento all’oscurità e a un aumento significativo dell’estensione del campo visivo. Essi agirebbero accelerando la trasformazione del trans-retinene in 11 cis-retinene permettendo la rigenerazione della rodopsina e modificando così la struttura dei bastoncelli che si presenterebbero così più ricchi di porpora retinica. Per questa ragione infatti si usano i preparati di estratto totale di mirtillo nella terapia delle miopie elevate e delle ridotte visioni crepuscolari o notturne.

Altro aspetto di notevole interesse farmacologico è scaturito da sperimentazioni di vari ricercatori sull’attività vaso protettrice dei preparati di mirtillo. Gli anticianosidi del mirtillo per la loro struttura chimica entrano nella categoria generale dei flavonoidi e più precisamente nel gruppo dei fattori vitaminici P; ciò significa che svolgono una marcata attività antipermeabilizzante vasale ed aumentano notevolmente la resistenza capillare rafforzandone la parete. Gli estratti totali di mirtillo perciò sono anche indicati nella terapia della fragilità capillare, nei disturbi della permeabilità capillare e nelle turbe vascolari.


Fonti:

E. Riva, L’universo delle piante medicinali, Tassotti editore, 1995.